I VARI APPROCCI ALL’ARTE PER LA DISABILITA’ VISIVA

Prima di sviluppare DescriVedendo ci siamo interessati a cosa viene proposto, anche in altre nazioni,  a chi è cieco o ipovedente e vorrebbe avvicinarsi al patrimonio artistico conservato in musei, pinacoteche e collezioni. Ci siamo così resi conto che le principali vie esperite sono sostanzialmente due:

◦ affidarsi a riproduzioni tattili, a sviluppo tridimensionale, o più spesso a bassorilievo;

◦ ricorrere a tecnologie video-ingrandenti, basate su riproduzioni di immagini ad alta definizione, per le quali è possibile elaborare particolari di un’opera, altrimenti non apprezzabili con l’utilizzo dei convenzionali dispositivi ottici.

Queste due modalità, in sé valide, sono  tuttavia altamente discriminanti rispetto al tipo di disabilità visiva: un cieco assoluto non potrà certo trarre beneficio da tecnologie video-ingrandenti, così come un ipovedente, che è molto legato al mantenimento del proprio residuo visivo, difficilmente avrà sviluppato una sensibilità tattile sufficiente per poter apprezzare la riproduzione in rilievo di un dipinto.

Idealmente, si potrebbe fare l’una cosa e l’altra, se non fosse che si tratta, in ogni caso, di soluzioni che impiegano risorse economiche e che, fatto salvo il diritto di ogni singola persona con disabilità di vedere affrontato il suo bisogno in modo specifico, non rispondono a una vera e propria logica di inclusività, cioè di mettere tutti nelle stesse condizioni di poter usufruire di un bene o un servizio. È stato precisamente  questo il nostro  punto di partenza per lo sviluppo di DescriVedendo.

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